Speedy Vandal 1989!

 

Rovistando negli scatoloni in cantina riemergono resti di un discutibile passato...
Speedy era un nome con cui avevo "giochicchiato" qualche giorno a inizio 1989. Aveva la cosa positiva di iniziare con una S, come il mio nome vero, per cui mi veniva più naturale a scrivere. Permetteva molte curve in scrittura, per cui loop e cose dinamiche ci avrebbero potuto funzionare.
Anche come significato della parola, il fatto di essere veloce a scrivere, ci stava bene.
Peccato che fioccarono subito, nel ristretto giro degli amicidimmerda della crew, battute sul fatto che a essere speedy non fosse la scrittura, ma tutt'altro tipo di attività, di quelle che a vent'anni ci tieni non vengano fatte oggetto di umorismo.
Quindi "Speedy" fu cassato, i fogli di prove e tags buttati. Solo questo sketch rimase, confinato in uno scatolone di cartone. Lo tenni perché la colorazione arlecchinata mi piaceva e pensavo che prima o poi sarebbe servita.
Questa bozza è dei primi mesi del 1989, nei gloriosi colori rosso, blu e nero, che componeva l'ntera gamma cromatica dei pennarelli a punta grossa che avevo allora (PentelPen? TrattoMarker? boh).
Non era quindi una scelta cromatica precisa che definiva una specifica poetica: era quello che avevo.
Ovviamente mai fatta sul muro, dato che nell'89, semplicemente, non ero in grado di fare a spray quello che mi veniva a pennarello ("spray it on the wall" sti ricchissimi cazzi!).
L'ispirazione, alla lontana, era alle murate che Lokiss stava facendo a Parigi, tra lettering e futurismo, viste su Spraycan Art e che in seguito avrei rivisto evolute su Paris Tonkar.
Tenni la "S" firmando Stf One per qualche settimana e una manciatina di primi pezzi e bombing, per poi abbandonare, a fine anno, le flessuose curve della S per gli urticanti spigoli della V.

Commenti

Post più popolari