PASQUA CON CHI VUOI

Tre giorni in montagna mi hanno rimesso a nuovo.
Va bene, ero a Madesimo. Per chi non lo sapesse, è dove si raduna il peggio dei milanesi d'inverno: famigliole della buona borghesia cittadina, figli di papà con gli amichetti e/o fidanzatine e tutti quelli che vi potete immaginare.
Per fortuna pioveva.
Per fortuna, chè tutta sta gente se ne stava in casa o si rinchiudeva nei caratteristici localini.
Caratteristici in una cosa solamente: separarti il più presto possibile da quello che tieni nel portafoglio. E non sto parlando delle foto delle tue nipotine.
Ora. Passeggiare per il paese è una rottura di coglioni. Per fortuna le sciure, tra pioggia corrente e pochi sprazzi di sole caldo, non potevano sfoggiare il pellicciame per lo struscio nel centro.
Per fortuna la valle è circondata di montagne invise alla pigrizia congenita della famigliola in vacanza, quindi vi era abbondanza di luoghi ove liberarsi dalla presenza di tal genia (o genìa? ecco faccio lo sborone e poi non so dove va l'accento. E poi, l'accento ci và o non ci va? questo lo so, ma vi lascio nel dubbio).

Che la natura l'abbia vita sulla presenza umana non dovrebbe stupire. Che la presenza umana sia un brianzolo che fa la vacanza con il pick up 4wd della ditta (così mette in detrazione come spese di lavoro pure il week end con la topa) rende la vittoria più gustosa.
Certo, cosa ci vai a fare in vacanza con le tue four weel driver se non vai in fuoristrada?
Ok, è vietato. Il cartello di divieto d'accesso ai mezzi non autorizzati dovrebbe farti capire qualcosa.
Non è che quattro ruote motrici ti autorizzano ad andare dove cazzo ti pare. Gli autorizzati sono guardie forestali, protezione civile, magari qualche messo del comune.
Ma tu, che hai al fianco la topa, devi far vedere che col tuo mezzo fai quello che vuoi.
Se la macchina, per il Maschio Medio Italiano, è spesso il prolungamento del pene, spero la topa assisa altuo fianco abbia programmi migliori per la serata.
Sorpassato il cartello che ti vieta il passaggio di una decina di metri, il tuo voluminoso prolungamento, altezza da terra 52 centimetri, s'incaglia in... 54 centimetri di neve.
Le ruote girano avuoto con gli assi appoggiati sullo spesso strato di neve, ove tu, come un tordo, rimani appollaiato.
Qui il paragone meccanico sessuale non può nemmeno avvicinarsi a un'eiaculazione precoce. Qui non si arriva nemmeno alla penetrazione.
Qui è già tutto finito mentre ti stai aprendo la lampo delle tue firmatissime braghe.
Io, certo, non ti aiuto metre depresso mediti il da farsi seduto su un masso.
Primo: sto mangiando il mio panino.
Secondo: sei un cretino.
Terzo: lo spettacolo di sboronaggine trasformata in figura di legno che emani per l'aere è un'emozione che non può essere interrotta.
Per fortuna (solo ed esclusivamente tua) l'animo caritatevole di una passante anzianotta, ma che probabilmente ne sa più di te di guida in fuoristrada, ti tira fuori dai guai.
Mette un paio di sassi dietro le ruote, ti estrae i tappetini dalla macchina, li pone sotto i pneumatici e ti dona abbastanza attrito per poter tornare indietro da dove sei venuto.
Ora sei li che ringrazi scappellandoti come un clown a fine spettacolo. La butti sul ridere.
La senti l'eco delle pernacchie che risuonano tra le imbiancate vette, pirla?

Comunque è pasqua. La serata, però non si può passarla a Madesimo, dove ristoranti e bar hanno prezzi da furto e qualità da bettola.
Telefono a Marrabbio che, in quanto local (più o meno, dato che è di Morbegno) meglio conosce crotti e locali delle circostanti valli.
La voce che mi risponde è di un Marra che ha appena finito il pranzo di pasqua. Mentre mi parla si sente ancora l'ultima fetta di dolce rotolare faticosamente in un satollo apparato digerente.
L'appuntamento è a Chiavenna, più o meno mezz'ora di viaggio per entrambi.
Non ci sarà il Lele Red Blood Hands, che accampa all'ultimo momento improbabili scuse ed improrogabili impegni e che sarà, per questo, colpito da subdole quanto gratuite illazioni.
Il Marra arriva accompagnato da Diego, che non conosco, ma che può vantare militanza nella prima formazione dei Gradinata Nord.
Va subito detto che Marra, per essere un prodotto della famosa e/o famigerata scena valtellinese, è un prodotto atipico. Ma qui la carne non era rossa? Marra è vegetariano.
Qui non fanno vini rossi quasi neri, corposi e cupi come le montagne che circondano Chiavenna? Marra beve solo birra chiara, manco fosse tra le valli della baviera.
Per fortuna Diego riporta all'antico spledore la classe propria dei figli di valtellina, infangata dalla deboscia di un Marra, rovinato probabilmente da troppi anni di frequentazioni milanesi, aperitivi, e seitan alla piastra.
Siamo in due, quindi (dato che pure la Mo e vegetariana), a dividerci il caraffone di vino e la teglia di costine, salsicce e polenta taragna, in un crotto appena fuori Chiavenna.
La serata si conclude quindi in una birreria, ove consumiamo le ultime 2-3 birre della serata.
Un dubbio solo rimane: cosa dirà il babbo di Marra del gibollo sul parafango della macchina?
Son cose.
A me, comunque, rimangono abbastanza forze per affrontare le decine di tornanti (ma sembrano centinaia) che mi riportano a Madesimo.
Il giorno successivo il dio degli ubriaconi non corre in mio soccorso, indifferente come Crom coi figli di Cimmeria.
Devo quindi affrontare il ritorno a Milano nel traffico di pasquetta con la peggior risacca che mi possa meritare.
E se dovessi descrivere un angolo d'inferno è essere bloccati in coda, sotto il tunnel di Lecco, con la nausea galleggiante, il mal di testa che picchia, le ossa doloranti e, sopra la testa, le turbine dell'areazione della galleria. A pieno ritmo, come un jet in fase di decollo.

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