UN MERCOLEDI DA BEONI

UN MERCOLEDI DA BEONI

Che poi non è nemmeno vero, avrò bevuto al massimo tre o quattro birrette.
Però il gioco di parole nel titolo funzionava così bene che avrei dovuto tornare a casa shitfaced, come dicono l'ammericani.
Comunque, anzi cmq come dicono i giovani (e il rochenròl è cosa da giovani), ieri sera c'era l'ultimo concerto del Riot Jukebox c/o centro sociale Leoncavallo.
Menù della serata:
Primo - LaCrisi
Secondo - De Crew
Dessert - Walls Of Jericho
Coperto 5 euro, caffè e ammazzacaffè a parte.
Arrivo presto, che devo anche cenare.
Paolino e Mayo sono già li e, ovviamente, la Riot Jukebox crew.
Corriot arriva più tardi, che stà infortunato. Ha la coscia tumefatta dopo brutti incontri nei viali, ove fa mercimonio delle sue ben nascoste (molto ben nascoste) grazie.
Mi avvio a cena con il Lele RBH, fesco di studi per la laurea che discuterà tra pochi giorni. Ora, io posso capire che uno è vegetariano, ma mangiarsi una sola fettina di torta agli spinaci come cena NON PUO' far bene alla salute.
Naturalmente, a cena, si parla di Valtellina e dintorni e della prossima festa di laurea del Lele, che è riuscito a farsi inculare dal bar sondriese ove si svolgerà il party, pagando un fusto di birra 4 volte il suo prezzo.
Naturalmente non è in Economia e Commercio che si laurea, casomai vi fosse venuto il sospetto.
Intanto i De Crew completano il loro sound check e raggiungono la mensa del leo per cenare.
Fine cena, relax, etc.
Intanto arriva un bel tot di gente, riempiendo il posto e pure il cortile.
Io recupero la macchina fotografica per fare qualche foto.

Attaccano i LaCrisi.
Il pubblico è fermo come un gruppo scultoreo in marmo di Carrara. La cosa dispiace a Mayo che li invita ad avvicinarsi, ma un po' meno ai fotografi che si muovono tranquillamente davanti al palco.
Insomma, nei pezzi più da violent dancing, davanti a un paonazzo Mayo urlante, si muovevano solo... i fotografi.
Ma quanti cazzo di fotografi c'erano? saremo stati almeno una quindicina. E lo so che le mie foto sono le più brutte, ma ste cazzo di macchine digitali mi straniscono.
Sono abituato all'analogico, a girare rotelline, schiacciare pulsanti che si muovono con scatto meccanico, tendine, rullini. Old school hardcore photographing.
Sticazzi.
Comunque ho fatto una bella foto di Mayo screamo, paonazzo, con vena del collo gonfia alla Mario Merola nei pezzi migliori di O' Zappatore.
Ma come cazzo si è tagliato i capelli Mayo? Sembrava il fratello barbone di Klaus Davi.
Comunque i LaCrisi ci hanno dato dentro, e se li avete già visti on stage (che poi chiamre stage il palchettino rasoterra del Leo è un po' esagerato) già sapete.
Pausa per cambio palco.
Intanto dò un'occhiata alle t-shirts.
E' incredibile come le cose sono cambiate ultimamente. I gruppi in tour, ma anche i gruppi locali, oramai, ai loro tavoli vendono soprattutto magliette.
I dischi sono pochi e le distro ancora meno.
Ora, sarà che qualunque disco te lo puoi scaricare in rete, che i cd non li compra più nessuno (probabilmente tra un po' venderanno di più i vinili, grazie ai collezzionisti, che i cd), ma i banchetti del merchandise delle bands sembrano bancarelle di abbigliamento. I Walls Of Jericho avevano una dozzina di maglie diverse, i Terror, 4 giorni fa, uguale.
Probabilmente sono l'unica fonte d'incasso sicura per un gruppo in tour.
E che i concerti siano diventati passerelle per quelli che, nella scena hardcore di 15-20 anni fa, si sarebbero chiamati poser, probabilmente non stupisce nessuno.
Oramai non lo capisce più nessuno che è più hardcore una canotta del mercato di quella del tuo gruppo preferito.

I De Crew cominciano a sistemare le cose sul palco.
Io prendo posizione per le foto.
I De Crew attaccano e, essendo gli Ewoks votati al lato oscuro della forza, sono potenti e cattivi ma rimangono sempre degli orsetti di peluche.
l'incipiente calvizie del vocalist è opportunamente celata da un cappellino, cosa che non gli impedisce di urlare come un caimano ferito spetasciato per il palco, Ciano perde la cinghia della chitarra dopo una manciata di secondi. Io avevo cercato di portargli sfiga parlando di corde rotte nei concerti, ma devo aver sbagliato mira di poco.
Ciccio mi riempie l'obbiettivo della fotocamera con le sue non esattamente snelle volumetrie, almeno finché non cambio lato del palco, dove però Ciano, colto dal virus del chitarrista tarantolato mi attraversa il campo visivo in 2/3 delle foto. La prossima volta gli faccio un intervento a gamba tesa sul menisco, così non mi fotte l'inquadratura.
Cmq (ah, i giovani!) i DC randellano in abbondanza, stimolando il primo accenno di pogo, slam dancing, violent dancing (come volete chiamarla, tanto si tratta sempre di maschioni sudati che si sbattono adosso ad altri maschini sudati. L'omosessualita della cosa non dovrebbe sfuggire neppure a quelli che hanno i peli pure sul cromosoma x).
I DC suonano, si agitano, s'ingrifano, s'inturgidano e regalano qualche manciata di decine di minuti di massiccio hc (ma sempre molto peluche).
Io esco fuori all'ultimo pezzo, che la temperatura del locale si è approssimata ai 50 gradi e pure il pavimento sta sudando.
Ultime foto dalla finestra, che la brezza serale mi riconcilia con la varia umanità presente, ma non abbastanza da reinfilarmi nel calderone.

Toccherebbe ai Walls Of Jericho.
Ma mi sento il primo pezzo e me ne vado, che sono vecchia scuola e posso permettermi di saltare gli headliner.
Tanto sulla "fidatyCARD MIHC" ho più punti-scena di chiunque altro.
Il frullatore che trita sminuzza impasta, quest'anno, lo vinco io.
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