MILANO HARDCORE: NATI PER ESSERE VELOCI

 

Ogni tanto continuano a saltare fuori su social, pagine web e pure su carta stampata, alcuni dei poster che ho staccato dai muri, collezionato, scansionato e postato sulla mia pagina e sul mio blog, fin dal 2001.
Generalmente non mi faccio nessun problema. I poster li ho sempre caricati in alta risoluzione, perché chi li apprezza possa scaricarsi e stampare qualcosa di simile a quello che trovavi sui muri negli anni 80.
Liberi tutti di condividere, ci mancherebbe altro. Ma un minimo di correttezza vorrebbe che, quando ripostate qualcosa presa da me, indicate la provenienza.
Invece in diversi se ne fottono, scaricano e ripostano come fossero grandi archivisti di stocazzo.
Il fatto è che vi vedo che sciacallate, e siete ridicoli, perché in quegli anni non c'eravate.
Io c'ero e non mi ricordo di voi.
Che poi, con questi poster ci ho fatto pure una mostra, che ha girato in diversi posti:
all'HIU nel 2001, a San Francisco nel 2002, Al Milano Poster Explosion nel 2005. Una versione ridotta anche a uno dei meeting dei Letterpress Workers al Leoncavallo, nel duemilacredici.
Per cui, dai, ci scappa una STURIELETA: quella della mostra MILANO HARDCORE a San Francisco.



MILANO HARDCORE: NATI PER ESSERE VELOCI
6 settembre 2002
Mission Badlands / Balazo Gallery
Mission Street 2881, San Francisco
La Plebe + The Grabbies

E insomma: questa mostra era costituita da vari poster dei concerti HC a Milano (Virus, Leoncavallo e dintorni tra 1982 e 1992) e dalle foto di alcuni di questi concerti, scattate da Bicio Folco Zambelli, con cui, negli anni 80 facevamo la punkzine I Don't Care!
Se la prima mostra  all'HIU del 2001 era stata organizzata per bene, con cornici e plexiglass belli nuovi e puliti in una stanza dei sotterranei del Leo, quella a San Francisco era stata organizzata all'ultimo momento.
Nel giugno del 2002, Chuck e Ron Firehouse, con Lawrence El Colacion erano venuti a Milano per l'HIU 2002, ed eravamo rimasti d'accordo che ad agosto sarei andato a San Francisco da loro, per un po' di vacanza e per raccogliere contatti per eventuali futuri HIU.
Una volta tornato alla sua magione ai bordi del Golden Gate Park, a luglio abbondante, Chuck mi scrive e mi dice che c'è questa galleria d'arte gestita da due artisti ispano americani: Lawrence, che avevo conosciuto pochi mesi prima, e il suo allora socio Txutxo Perez.
Lawrence veniva dalla storica scena punk californiana, mentre Txutxo dalla scena punk messicana.
Erano disponibili, con il loro spazio Mission Badlands / Balazo Gallery ad ospitare una mostra, che inizialmente doveva essere una specie di selezione di cose dell'HIU. Doveva essere una specie di "scambio culturale" tra gli americani che avevano partecipato all'HIU e il festival che li aveva ospitati.
Ma ridurre l'HIU in uno spazio composto da due stanze al primo piano di una casa su Mission Street era abbastanza complesso...

recuperare qualcosa da una selezione di artisti, e in che modo li selezioni? Perché uno si e l'altro no?
Quindi propongo qualcosa che avevo già sottomano: MILANO HARDCORE - NATI PER ESSERE VELOCI foto e poster dalla scena hardcore milanese 1982-1992 (quello in foto è il flyer della serata).
Siamo a fine luglio 2002. Dopo un paio di settimane sarebbe partito l'aereo, MXP -> SFO, e dovevo preparare una cartelletta con il materiale per la mostra.
Siccome so che se qualcosa può andare male lo farà, portai due di tutto: una serie di poster e foto in una cartelletta come bagaglio a mano, mentre l'altra serie nello zaino, in stiva.
Se qualcosa si fosse rovinata o non fosse passata in dogana, magari sarebbe passata l'altra.
Il viaggio non fu esente da situazioni discutibili, se non incresciose. Brutto tempo salcazzo dove, la Gran Bretagna, l'Islanda, l'Oceano Atlantico, i Territori del Nord Ovest canadesi. Il Boeing della Delta Airlines balla e sobbalza, per il terrore degli aviofobici a bordo.
Io, che non temo gli aereoplani, per darmi un tono e irridere i presenti terrorizzati, chiamo la hostess e ordino qualcosa da bere. Lei arriva e, in un americano masticato mi elenca una serie di cose di cui non comprendo una misteriosissima minchia.
Poi dice qualcosa che mi sembra "Whiskey". Io non bevo mai whiskey. Ma non sono un sommelier o un degustatore di distillati e simili. Datemi Rhum, Mirto sardo, amari dei frati a gradazioni discutibili. Questo è quello che apprezzo.
Però siccome di tuto quello che mi ha chiesto ho capito solo "uischi", chiedo uischi. Onverocs? Nofaenkiu.
Mi arriva un bicchierone di ragguardevoli dimensioni, pieno all'orlo di liquido marrone.
Scopro che il uischi mi fa abbastanza schifo. Ma siccome siamo ancora, tipo sopra New York, non voglio far figure e trangugio stammerda maròn.
Quando siamo sopra la California mi assale una nausea terrificante. Il uischi mi si ripresenta in fondo alla gola a ogni sobbalzo del velivolo.
Mi risuona nel cervello Gigi Proietti in Febbre da Cavallo "un uischi maschio col fischio". Fino all'arrivo.
Compilo la cartolina dell'immigrazione dove devi flaggare che non sei comunista. Cazzomene, sono anarchico, e flaggo il quadratino destinato a tener lontano dalla home of the brave le orde provenienti dal sol  dell'avvenire.
Nemmeno io so come, ma atteriamo. Cerco di raggiungere il cesso più vicino.
Occupato.
Raggiungo l'angolo nascosto più vicino e riconsegno al suolo americano il loro prodotto della distillazione di non voglio sapere cosa.
Esco dal San Francisco International e fuori mi attendono Chuck e Limo Dave con la sua limousine (se hai letto la sturieleta di Biafra, giassai).
Ogni giorno di permanenza nella Baia meriterebbe un racconto a parte, ma sarà per un'altra volta. Ora rimaniamo sul pezzo.
La mostra di cui al titolo avvenne l'ultimo giorno della mia permanenza a SF.
Ho comunque avuto il tempo di organizzare le cose: io e Chuck preparammo il poster della serata, serigrafato nello stile dei poster Firehouse per i collectors, e lo stesso fotocopiato da Kinko's da attacchinare in giro per la città. Qui ho scoperto che attacchinare poster sui muri è vietatissimo, ma sui pali dell'elettricità puoi farlo tranquillamente. O almeno, potevi farlo nel 2002.
Alla fine andò tutto bene, arrivarono 200-300 persone a riempire la galleria, da giovani e vecchi punks ad appassionati di poster e foto, da alcuni chicanos della zona a tranquilli anziani fricchettoni che si aggiravano un pò perplessi.
Ho finalmente conosciuto Arwen Curry e Rob Coons, di Maximum Rocknroll;
il chitarrista degli RKL di cui non ricordo più il nome, con cui ci siamo fatti un pò di risate ricordandoci la rissa al Leoncavallo di quindici anni prima, con i tavoli che volavano per il Baretto, davanti allo sguardo attonito degli anarcopunk pacifisti presenti;
Ritrovai Spike, di Swingin' Utters e Me First & the Gimme Gimmes, appena tornato da Los Angeles con Audra (boss dell'Incredible Strange Wrestling Show);
Incontrai un'italiana dall'accento vicentino scoprendo che era Klara delle Clito, primo gruppo punk di sole donne nel '77 italiano, da 20 anni trasferitasi a San Francisco;
Vale, editore di tutti i libri usciti per RE-Search e V-Search, che avevo già conosciuto l'anno precedente, e che mi regalò un video di vecchi gruppi californiani della prima ora (UXA, Avengers, ecc.);
un pò di gente della Last Gasp e dell'Alternative Tentacles e un sacco di altra gente sconosciuta ma simpatica.
Oltre alla mostra era previsto il concerto degli italiani Grabbies e dei locals chicanopunx La Plebe.
I primi, famosi e famigerati in Italia, sono stati apprezzati da tutti (almeno quelli che sono riusciti a entrare nel ristretto spazio per il concerto), con il loro punk grezzo e tirato. Io però me li sono dovuti sentire dalla stanza di fianco dato che avevo un pò di libri e poster da vendere...
Dopo di loro suonarono i La Plebe, gruppo formato da giovani chicanos del quartiere, autori di uno ska punk molto più punk che ska, che mi ricordavano alcuni gruppi baschi, tipo La Polla Records o primi Kortatu. A fine serata gli regalai il poster del concerto della Polla al Leo e loro ricambiarono con un pò di spillette.
Ma l'incontro più forte fu con un ragazzo salvadoregno amico dei La Plebe.
Era rimasto colpito da una foto del concerto dell'88, dei NoMeansNo al Leoncavallo, dove, sul muro dietro il palco, svettava uno striscione dedicato all'FMLN, il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional. Mi raccontò che suo fratello era un guerrigliero del Frente, desapparacido anni prima.
Nel box delle foto "d'emergenza" recuperai un'altra copia e glie la regalai.
Verso le due andarono via le ultime persone, per cui, dopo aver chiuso il posto, andammo a casa di uno dei La Plebe, che aveva organizzato un party per chiudere la serata.
La gente nella Mission non era certo piena di soldi, quindi il party era più che altro un ritrovo tra amici con tanta birra a disposizione.
Il mio genere di festa, quindi.
Ritrovai il ragazzo salvadoregno che mi volle presentare praticamente tutti.
Alla fine, quando ormai erano le cinque di mattina, ciucchi, amici e felici ce ne siamo tornati a casa.
Cinque ore dopo, con un mal di testa da dopo sbronza mi svegliai verso le 10 e, dopo una caraffa di caffè, via con Chuck a smontare la mostra.
Alle 8 di sera avevo un aereo per l'Italia.
Per Milano. Hardcore.

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