Fontane, bordelli e Alfa Romeo

 


Via Emanuele Filiberto è una via che incrocia Corso Sempione verso la fine, prima di Piazza Firenze.
Se vai al numero 7 c'è un condominio costruito negli anni 60 con l'architettura tipica dell'epoca, un parallelepipedo con la facciata mossa da finestre rettangolari alternate orizzontali e verticali.
Come molta dell'architettura dell'epoca è molto lineare, cemento, tinta unta che alterna rosato e grigio, serramenti in alluminio. Lo stile tipico dell'architettura moderna di quel periodo.
Se guardi dalla porta a vetri dell'ingresso, però, in mezzo a quelle linee dritte, attaccata al muro c'è una fontanella di marmo, in quello stile tra Liberty e Decò che si usava ai primissimi anni del 1900.
E cosa ci fa una fontanella liberty in mezzo a un palazzo dove trionfa la linearità?
In realtà è il palazzo che è arrivato dopo. La fontanella stava già a quell'indirizzo.
Si, perché Via Filiberto 7 era l'indirizzo di "Villa Mari" uno degli ultimi bordelli milanesi, chiuso in seguito alla Legge Merlin, che vietavano la prostituzione.
Villa Mari era un bordello d'alto bordo dove i clienti facoltosi entravano dalla porta principale, nel cui atrio stava la fontana, ma abbastanza democratico da consentire l'ingresso pure alla clientela meno abbiente (ma abbastanza abbiente da pagare le prestazioni!), cui era riservato l'ingresso dal retro, in via Alberti. Doppio senso voluto.


Che centrava l'Alfa Romeo allora?
Di fianco al bordello, per il resto dell'isolato, c'erano i capannoni delle Officine Romeo. L'ingegner Romeo, napoletano di Sant'Antimio, acquistò l'Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (A.L.F.A.) dando vita all'Alfa Romeo nel 1915, abbandonando l'officina di Via Filiberto/Piazza D. Chiesa per trasferire tutte le lavorazioni nella fabbrica dell'A.L.F.A. al vicino Portello.
L'Officina Romeo venne bombardata nella seconda guerra mondiale e rimase abbandonata per anni, per poi essere abbattuta insieme al bordello a fine anni 50.
Su quel terreno vennero costruiti condomini per gli impiegati dell'Alfa, mentre per gli operai erano destinate, già dagli anni 20-30, le case di Via Ruggero di Lauria.
Ecco cos'hanno in comune fontane, bordelli e Alfa Romeo.
A inizio novecento, quando la zona Sempione/Portello era periferia.

Il quartiere nel 1925, in giallo era tutta campagna e le strade tratteggiate non esistevano


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