Dovrei si scrivere qua sopra qualcosa di nuovo, ma i tanti e abbondanti pranzi e cene di questi giorni hanno soffocato le mie già scarse capacità scrivaniche.
Abbiate pazienza.
Nel frattempo ringrazio Aiki, che mi ha incluso tra i suoi link nel reparto "Mi faccio i cazzi loro".
I cazzi miei, al momento, sono per lo più digestivi, ma tant'è.
Per natale sono andato in un negozio di giocattoli a cercare qualcosa da regalare alla figlia di mio fratello e, devo dire, mi sono fatto una cultura sui giocattoli moderni. Però, tra tanto pupazzame contemporaneo, di derivazione sopratutto televisiva, ho ritrovato vecchi classici degli anni 70 che vengono riciclati in vesti più moderne.
Uno di questi reperti è un vero e proprio culto per qualunque ultratrentenne: le scimmie di mare.
Tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, sulle pagine pubblicitarie dell'Intrepido, uscivano degli annunci di vendita di questi fantomatici esseri.
Venivano disegnate come piccole personcine vagamente scimmiesche, ma non ho mai conosciuto qualcuno che le avesse mai acquistate, o almeno viste "dal vivo".
Come ogni quasi-leggenda urbana, poi, c'era sempre qualcuno che le aveva viste a casa dell'amico di un amico.
Ora però posso dirlo: le ho viste anch'io.
In realtà non le ho viste, ma ho visto la confezione. E' una scatola di plastica trasparente, al cui interno c'è un mini castello medioevale viola fucsia e blu.
In allegato, delle bustine con le "uova" di scimmia di mare, il cibo e qualcos'altro.
Costavano 30 euro, per cui ho rinunciato all'acquisto di quello che sembra essere solo un'accozzaglia di muschio filamentoso, ma sono convinto che agli adolescenti di oggi una fantastica cazzata come questa possa suscitare un interesse prossimo allo zero, relegando ancora una volta le povere scimmie di mare nelle polverose soffitte dei fallimenti commerciali, dove riposano, per un pò di tempo se non per sempre, spaventose cazzate e oggetti di culto per pochissimi fans.
Le scimmie di mare, pensa te. Fra poco faranno uscire di nuovo gli occhiali ai raggi x...
Abbiate pazienza.
Nel frattempo ringrazio Aiki, che mi ha incluso tra i suoi link nel reparto "Mi faccio i cazzi loro".
I cazzi miei, al momento, sono per lo più digestivi, ma tant'è.
Per natale sono andato in un negozio di giocattoli a cercare qualcosa da regalare alla figlia di mio fratello e, devo dire, mi sono fatto una cultura sui giocattoli moderni. Però, tra tanto pupazzame contemporaneo, di derivazione sopratutto televisiva, ho ritrovato vecchi classici degli anni 70 che vengono riciclati in vesti più moderne.
Uno di questi reperti è un vero e proprio culto per qualunque ultratrentenne: le scimmie di mare.
Tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, sulle pagine pubblicitarie dell'Intrepido, uscivano degli annunci di vendita di questi fantomatici esseri.
Venivano disegnate come piccole personcine vagamente scimmiesche, ma non ho mai conosciuto qualcuno che le avesse mai acquistate, o almeno viste "dal vivo".
Come ogni quasi-leggenda urbana, poi, c'era sempre qualcuno che le aveva viste a casa dell'amico di un amico.
Ora però posso dirlo: le ho viste anch'io.
In realtà non le ho viste, ma ho visto la confezione. E' una scatola di plastica trasparente, al cui interno c'è un mini castello medioevale viola fucsia e blu.
In allegato, delle bustine con le "uova" di scimmia di mare, il cibo e qualcos'altro.
Costavano 30 euro, per cui ho rinunciato all'acquisto di quello che sembra essere solo un'accozzaglia di muschio filamentoso, ma sono convinto che agli adolescenti di oggi una fantastica cazzata come questa possa suscitare un interesse prossimo allo zero, relegando ancora una volta le povere scimmie di mare nelle polverose soffitte dei fallimenti commerciali, dove riposano, per un pò di tempo se non per sempre, spaventose cazzate e oggetti di culto per pochissimi fans.
Le scimmie di mare, pensa te. Fra poco faranno uscire di nuovo gli occhiali ai raggi x...
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