Ci sono momenti in cui scrivere qualcosa su un blog ti sembra una cosa insignificate e inutile.
Però volevo comunque scrivere qualcosa per una persona che ha contato moltissimo per me, per tanti amici e compagni e per tutti quelli che, in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con lei.
Ieri, in un incendio accidentale, in cui è bruciato il primo piano dello Sqott, è scomparsa la Betty.
Interessata da sempre a qualunque tipo di cultura antagonista, era attiva da più di 25 anni nei centri sociali milanesi.
Per anni la si è vista con la sua telecamera in spalla, a filmare i concerti al Virus degli anni 80, le manifestazioni, gli street party a base di graffiti e sound system degli anni 90.
Che fossero i Wretched, i Rappresaglia o gli MDC, pittosto che la manifestazione a Caorso o contro la Nato, la sua telecamera riprendeva le cose che segnavano la nostra storia.
Rispetto a qualche anno fa, dopo lo sgombero di Mandragora e della casa occupata di Piazza Aspromonte, quando si progettava di occupare un'altro spazio, la vedevo molto meno. Si era gettata, con la stessa intensità con cui aveva sempre affrontato tutto, nella cultura rave, sia come dj che come organizzatrice allo SQOTT di Viale Bligny, e io allo Sqott ci andavo solo quando c'erano i non frequenti concerti punk/hc.
La ricordo anche come una dele prime a dare una mano a me e a Teatro nell'organizzazione dei primi Happening Underground: il secondo HIU si tenne, infatti tra le pareti dello Sqott nei primi anni di occupazione.
L'ultima volta che la incontrai, oramai qualche mese fa, parlavamo di riversare in digitale il suo enorme archivio, centinaia di videocassette che raccontano la storia, dall'inizio, del punk, dell'hardcore, dell'hiphop e dei raver milanesi, dal 1982 a ieri.
Spero che questa sia una cosa che i suoi amici e compagni decidano di fare, per non disperdere la memoria audiovisuale che Betty ha documentato per un quarto di secolo.
Per quanto riguarda tutte le persone che l'hanno conosciuta, quello che rimane è l'ennesima ferita nel nostro cuore e nella nostra vita.
Ci sarebbero molte cose ancora da esprimere, se trovassi le parole per farlo, se ci fossero le parole per farlo.
Ciao Betty.
Però volevo comunque scrivere qualcosa per una persona che ha contato moltissimo per me, per tanti amici e compagni e per tutti quelli che, in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con lei.
Ieri, in un incendio accidentale, in cui è bruciato il primo piano dello Sqott, è scomparsa la Betty.
Interessata da sempre a qualunque tipo di cultura antagonista, era attiva da più di 25 anni nei centri sociali milanesi.
Per anni la si è vista con la sua telecamera in spalla, a filmare i concerti al Virus degli anni 80, le manifestazioni, gli street party a base di graffiti e sound system degli anni 90.
Che fossero i Wretched, i Rappresaglia o gli MDC, pittosto che la manifestazione a Caorso o contro la Nato, la sua telecamera riprendeva le cose che segnavano la nostra storia.
Rispetto a qualche anno fa, dopo lo sgombero di Mandragora e della casa occupata di Piazza Aspromonte, quando si progettava di occupare un'altro spazio, la vedevo molto meno. Si era gettata, con la stessa intensità con cui aveva sempre affrontato tutto, nella cultura rave, sia come dj che come organizzatrice allo SQOTT di Viale Bligny, e io allo Sqott ci andavo solo quando c'erano i non frequenti concerti punk/hc.
La ricordo anche come una dele prime a dare una mano a me e a Teatro nell'organizzazione dei primi Happening Underground: il secondo HIU si tenne, infatti tra le pareti dello Sqott nei primi anni di occupazione.
L'ultima volta che la incontrai, oramai qualche mese fa, parlavamo di riversare in digitale il suo enorme archivio, centinaia di videocassette che raccontano la storia, dall'inizio, del punk, dell'hardcore, dell'hiphop e dei raver milanesi, dal 1982 a ieri.
Spero che questa sia una cosa che i suoi amici e compagni decidano di fare, per non disperdere la memoria audiovisuale che Betty ha documentato per un quarto di secolo.
Per quanto riguarda tutte le persone che l'hanno conosciuta, quello che rimane è l'ennesima ferita nel nostro cuore e nella nostra vita.
Ci sarebbero molte cose ancora da esprimere, se trovassi le parole per farlo, se ci fossero le parole per farlo.
Ciao Betty.
Commenti
Posta un commento