Milano è bella perché non è tua


 Il
Comune di Milano
deve avere qualche serio problema nel far cascare le cose dall'alto. Dev'essere una cosa di assessori che passano più tempo nei salotti che in giro per le strade.
L'ultima trovata è quella di "dare un simbolo ad ogni quartiere".
Si, perché dopo decenni a suddividere la città in quartieri dormitorio e quartieri produttivi, zone residenziali pulite e tranquille e ghetti dove l'AMSA passa raramente, ora hanno deciso che bisogna ritrovare l'identità di quartiere.
Che è una bellissima cosa, se non fosse che, sottotraccia, esiste già. Certo, non nel modo pacificato che vorrebbe il Comune e Milano & Partners (società di promozione composta da Comune di Milano e Camera di Commercio, con supporto di Fondazione Fiera, SEA, ATM, Borsa Italiana, Confcommercio, TIM e altri).
Per fare ciò gli strumenti sono due: la playlist del quartiere, inquadrabile da "totem" via qr code collegato OVVIAMENTE alle piattaforme di streaming (massì lasciamo profilare i quartieri alle big tech, che sarà mai, ringraziamoli pure), che già immagino piena di puttanate spinte dagli stream comprati dalle major.
Il secondo strumento è... IL GRAFFITO! Si, uso la parola con la G, serve a comunicare il fastidio per la cosa.
Per promuovere il quartiere ci sarà il "graffito di quartiere"!
Non troppi, però, già mettono le mani avanti, vogliono anche calligrafia, design industriale, installazioni 3D. Quelli che scrivono sui muri, alla fine, rompono comunque i coglioni e fanno troppo ghetto. Vorrai mica un teppista a fare un muro per il Quadrilatero, no?
Ovviamente a prezzi da saldo, 100 metri per 10.000 euro.
Voglio pensare bene e considerarli 100 metri quadri e non 100 metri di lunghezza, per cui sarebbero 100 euro a metro quadro (50 €/mq se si tratta di 100 metri x 2 di altezza).
Tutto compreso suppongo, spese, materiali, promozione, ecc.
Vabbé sfondo monocromatico e letteroni piatti, si può anche fare (un imbianchino ti chiede di più però), ma uno che faccia robe un po' complesse è proprio una paga pezzente.
Non ne parlano, ma se la cosa funziona, suppongo che la cessione dei diritti di sfruttamento dell'immagine saranno ceduti al comune, ma che schifo parlare di contratti.
Ma passiamo ai requisiti richiesti dal comune in un virgolettato: vogliono gli artisti che «si siano contraddistinti per la proposizione di progetti maturi e sicuramente realizzabili, che abbiano goduto di un endorsement o del patrocinio da parte del Comune, che godano di uno storico di competenze testimoniabile in merito alla realizzazione di arte urbana, nonché risultino privi di contenziosi in corso con il Comune».
Ecco. Sottolineo la contraddizione: a mio modo di vedere, se non hanno avuto contenziosi con il Comune non hanno lo storico di competenze.
Il fatto è che quelli che hanno CONTENZIOSI IN CORSO sono proprio quelli che rappresentano Milano ORA.
Per dire, io rispondo ai requisiti: progetti maturi non mi mancano, endorsement del comune in cose che ho fatto, quanti ne vuoi (ve li divido per anno o per località? basta chiedere), storico di competenze di arte urbana... quattro cazzate dovrei averle, contenziosi in corso non ne ho. Nemmeno passati, dato che da giovane writer avevo un notevole scatto da centometrista e non mi ha mai preso nessuno.
Ma a fare qualcosa che rappresenti il quartiere, nel mio caso la Bullona, che cazzo rappresenterei a 50+ anni? Sono quelli che hanno i conteziosi ora che possono rappresentare quello che è ora.
La Bullona di quando ero un ragazzo io era un mondo diverso da quello che è ora.
E ste cose calate dall'alto, cosa dureranno? Corvetto, Gratosoglio, Quarto Oggiaro. Quanto dureranno le installazioni 3D, riciclabili, a chilometro zero?
La Barona aveva già un "ingresso", la hall of fame 16K in Via Richard. L'avete grigionata.
La colonna sonora allo Stadera l'avete appena sentita e letta sui giornali. Gli avete mandato gli sbirri in assetto antisommossa.
Ecco, se volete l'identità di quartiere, quella vera non le puttanate innocue tipo NoLo, lasciatela crescere dalla strada, dove le identità già ci sono, vi piaccia o meno. Perché quello che avete fatto da sempre è cercare (inutilmente) di schiacciarla.
Chiudo citando Nerone, da "EMME I": "Milano è bella perché non è tua".

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