Intervista ad Art Chantry

Dopo qualche giorno di rinvii ho, finalmente, finito la traduzione dell’intervista ad Art Chantry. Per chi non lo conoscesse, è il grafico di molte copertine di dischi usciti per Estrus Records e Symphaty For The Record Industry, per cui ha curato la grafica dei prodotti di alcuni gruppi come Teengenarate, Steel Pole Bath Thub e molti altri.
Diversamente da quasi tutti gli altri grafici, lavora totalmente a mano, nonostante la difficoltà di non trovare quasi più tipografi, stampatori, separatori e tecnici capaci di lavorare con tecnologie che hanno funzionato fino a pochi anni fa. In un mondo, quello della grafica, oramai dominato dal computer e dai software grafici più famosi, ecco un altro personaggio (dopo Winston Smith, vedi prima intervista su questo blog) capace di non ridurre la parola “taglia e incolla” a una funzione operata mediante un clic del mouse.

Art Chantry giocava a biliardo con Ted Bundy (serial killer degli anni ‘70/’80). “era un pessimo giocatore” dice Art “un vero perdente sfigato”. All’epoca, naturalmente, Arte era all’oscuro dell’abitudine di questo repubblicano con i capelli ricci di rapire e mutilare donne. “Era solo uno dei tanti ragazzotti che giravano intorno alla sala biliardo, non è che socializzassimo esattamente…”. Questa è soltanto una delle storie e degli aneddoti che Art vi può raccontare, perché è un enciclopedia vivente di qualunque argomento inutile e triviale. Ha fatto cose, Ha visto gente. E potreste imparare qualcosa da lui. Chantry è contro il sistema fino al midollo, segnato, incattivito, morbido su alcuni spigoli ma pieno di attitudine di strada di rinforzo. È un figlio di Tacoma City. Tacoma, una delle città con il più alto tasso pro capite di omicidi, suicidi e violenza delle gangs, casa dei Sonics, dei Wailers. A Tacoma, spiega Art, la gente non ti spara semplicemente in testa. A Tacoma ritrovano la tua testa decapitata in una borsa di carta, dietro a qualche cespuglio, con scritto “non aprire prima di natale”, a pennarello, su un lato. E questo spiega, forse, come Art sia diventato uno dei più famosi grafici – poster artists della scena punk / rock’n’roll.
Come grafico, il suo nome è riportato su centinaia di copertine di Lp, Cd, e singoli. I suoi poster sono egualmente riconosciuti dagli appassionati di rock’n’roll e dai critici d’arte. È conosciuto nel mondo per i suoi lavori di grafica consistenti, dinamici e di alta qualità. I suoi servizi sono richiesti sia dalle corporations sia dalle etichette discografiche da 4 soldi..
Intervistare Art è difficilissimo nonché inutile. Con la sua lunga carriera di prankster, per cui rispondere onestamente a una domanda è qualcosa di criminale, le risposte che da sono un’ennesima “creazione”, ne più ne meno dei suoi lavori, dove elementi shockanti, grafiche vintage, estetica da b-movie ed estrema capacità tecnica sono meravigliosamente giustapposti.


I Don’t Care! – Hai creato migliaia di immagini “arrabbiate” che no potessimo guardare, e sei cosciente di ciò. Quindi la mia domanda è: che cosa ti fa incazzare?
Art Chantry – Cosa mi fa incazzare? A parte te, intendi (ridendo)? Cosa mi fa incazzare… Beh, ho avuto una giovinezza sfortunata da cui ho ereditato questa sensazione di tradimento e depauperazione. “Depauperazione” è una bella parola, scrivila giusta, mi raccomando. Non so, forse è perché sono cresciuto povero. Voglio dire, non è questa la scusa tipica?
IDC – Credo.
AC – Voglio dire, sono cresciuto VERAMENTE povero. Eravamo così poveri che gente con il sussidio di disoccupazione ci portava il loro cibo in eccesso. La nostra casa era un pollaio una volta.
IDC – Stai dicendo che sei cresciuto in un pollaio?
AC – No, che precedentemente era un pollaio. A dire la verità sono cresciuto in una famiglia ricca. Mio padre era un avvocato laureato ad Harvard…
IDC – Art, mi spiace interromperti, ma ho trovato una domanda migliore! una volta ti sei descritto così: “Sono un bastardo, sono il tipo di persona che prenderesti a pugni in faccia quando la incontri per strada”, qualcosa da aggiungere?
AC - È tutto show-business. Se crei un aura di pretenziosità attorno a te, ottieni molta attenzione quando incontri gente che non conosci. Loro si aspettano un bastardo e finiscono per incontrare una persona amichevole. Li confondo. E questo è bello.
IDC – Come hanno influenzato il tuo lavoro temi come il punk rock, la morte e Tacoma?
AC – Profondamente. Completamente. Bella domanda (sarcastico).
IDC – Faceva schifo.
AC – Si.
IDC – Non apprezzi i computer, come mai?
AC – Perché preferisco lavorare con le mie mani. Mi piace quello che faccio. Se dovessi sedermi di fronte a uno schermo tutto il giorno impazzirei. Mi piace spostare in giro pezzetti di carta con le mie mani e, oltretutto, non capisco la tecnologia molto bene. Per spiegarmi meglio, non riesco a usare i telefoni a pulsanti. In ufficio ho un telefono a rotella.
IDC – Gli studenti di disegno di oggi sono capaci di lavorare senza computer come fai tu tuttora?
AC – Assolutamente no. N - O. Le tecnologie moderne di disegno hanno relativamente pochi anni, ma continuo a trovare designers che rimangono scioccati e confusi dall’idea che riesca a lavorare senza un computer.
IDC – In che modo, stilisticamente, li diminuisce come artisti?
AC – Beh, il computer è un attrezzo. Se tu hai un martello d’oro puoi martellare dei chiodi, ma è sempre martellare chiodi. È l’idea che conta. Se stai disegnando puoi riuscirci con un legno sulla terra altrettanto facilmente che con un computer.
IDC – Durante i tuoi anni “selvaggi”, quando eri un alcoolizzato, e facevi poster di concerti punk per una manciata di noccioline, avresti mai pensato di riuscire un giorno a vivere di questo?
AC – No, e non ci vivo tuttora. Voglio dire non riesco proprio a lavorare per le corporations.
IDC – Hai rifiutato lavori per la Coca-Cola, IBM…
AC – No, non IBM. Microsoft più volte, e anche Nike…
IDC – Sei un idealista di sani principi o un folle?
AC – No, è che non mi piace farmelo mettere in culo. L’unica cosa che ho imparato dal mondo delle corporations è che non diventano ricchissimi regalando i soldi. Una volta che si mette in moto il processo di questa enorme macchina per inculate finisci per guadagnare la stessa cifra che finiresti per ottenere da un committente più piccolo che non cerca di fotterti.
IDC – è vero che una volta hai preso in considerazione il fatto di fare una pagina pubblicitaria per un mercante di armi sudamericano?
AC – Si, e ne sono orgoglioso. Ho molti amici in un sacco di posti strani. Alcuni erano addirittura fanatici di estrema destra. Erano però gente divertente, con molto senso dell’umorismo, e ci si pigliava per il culo a vicenda parlando di politica. Comunque, nel 1982 tutto quello che ero riuscito a guadagnare in un anno furono 2000 $. Ho conosciuto questo tipo pazzo che mi ha offerto 10.000 $ per una piccola pubblicità in bianco e nero. Era per una rivista interna al Pentagono. Era tremenda, piena di statistiche di uccisioni, pezzi di cadaveri e carri armati. Gli ho detto di si. Avevo bisogno di quei soldi. Alla fine fallì prima che iniziassi a fare qualcosa. Avevano bisogno di questa pubblicità per vendere pezzi di ricambio per elicotteri in Venezuela. Ma ho lavorato anche per magnaccia, riviste porno, spacciatori e dirigenti d’azienda. Odiano tutti la gente. Tutti gli uomini d’affari odiano la gente. L’America premia chi odia il popolo. Uomini senza una coscienza.
IDC – Quale è la cosa che preferisci del tuo modo di lavorare? Il tuo Stile?
AC – Esecuzione con budget bassi e buone idee alle spalle. Il mio stile cambia molto a seconda dei bisogni dei miei clienti. Molti degli stili che ho inventato per alcuni progetti e poi ho messo da parte sono ormai in voga nel mainstream.
IDC – Hai una pessima scelta di tempi, non sarai mai alla moda.
AC – Non sono incattivito.
IDC – Ho già detto nell’introduzione che sei incattivito.
AC – Sono incattivito, vizioso, antagonistico…
IDC – Dei tuoi molti clienti, che mi dici di Dave della Estrus?
AC – Il migliore che ho avuto. Senza dubbio. Cosa posso dire? Mi paga sempre senza fare problemi.

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