Cake + Woze PF, Liceo Caravaggio, MI 1994-95
Ci deve essere un collegamento che non so tra i sordomuti e gli artisti.
Perché io ho fatto il liceo artistico al Boccioni (ex III liceo artistico), che nacque in un ala dell'isitituto per sordomuti di Piazza Arduino. Eravamo in 1000 e occupavamo 1/5 dell'edificio, mentre gli altri 4/5 erano occupati da 20 sordomuti.
Ci stavano sul cazzo. Noi facevamo ginnastica in un seminterrato che puzzava di muffa facendo i turni, mentre loro avevano una palestra e il campo di calcio regolamentare, che a noi era vietato.
Poi, con il tempo e il cambiare delle cose, l'istituto chiuse e lasciò tutto al liceo artistico. Ma questo successe quando io ero già all'università.
La stessa cosa successe in Viale Padova dove, all'angolo con Via Prinetti, sorgeva il Pio Istituto per i Sordi. Edificato lì negli anni '20, é rimasto tale fino al 1985, quando è diventato il Liceo Artistico Caravaggio.
Una decina di anni dopo l'apertura del liceo, intorno al 1994 o 95, Cake e Woze PF cacciano questi 2 pezzi sulla parete del condominio confinante, visibili su Via Padova.
94-95 lo deduco dallo stile del Woze, che faceva quei caratteri intorno a quegli anni, per poi cambiare stile dal 95 in poi, più volte.
I pezzi, in omaggio alla crew Power Flyers sembrano volare, a 3 metri sopra il marciapiede.
In realtà dietro al muro c'è la tettoia di un casottino, forse un box per attrezzi, su cui sono saliti per fare le pezze.
Per i successivi 20-25 anni sono rimasti intoccati. Se passate di lì li vedete ancora, scoloriti dal quarto di secolo, ma resistono.
Sotto, nel 2015 quando le pezze di Woze e Cake avevano 20 anni, gli studenti del Liceo e alcuni streetartists hanno dipinto il muro sotto.
Per fortuna a nessuno è venuto in mente di coprire uno degli ultimi resti della storia del writing in Via Padova.
Storia che, comunque, sui muri del liceo qualche resto l'ha lasciato. Non so cosa sia rimasto sui muri interni visibili solo dagli studenti, ma qualche tag visibile dalla strada ti racconta qualche nome di vecchi writers passati tra quelle mura...
(foto: Acro IWS)
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