Vandalo S13 in Greco MI 1996
Era il 1996 e la via milanese dove c'era questo muro è Via San Rafael delle Ande, zona Greco.
Il Leoncavallo, da ormai un anno, aveva occupato la nuova sede in zona Greco, a un centinaio di metri da qui.
Se la memoria non m'inganna, e data la situazione potrebbe ingannarmi, avevamo occupato la via per una murata collettiva con sound system in strada.
Probabilmente per qualche "Festa del Raccolto". Nel senso che ricordo almeno 3 pezzi con tematiche rivolte a ganjia e derivati, per cui può darsi che.
Non so se fosse la semina, non so se fosse il raccolto, di certo c'era solo il consumo abbondante.
In quel periodo, con Teatro, stavamo facendo un lavoro di decorazione per degli arabi impaccati di soldi. Roba tipo famigliari della famiglia reale dell'Arabia Saudita.
Avevamo passato incalcolabili giorni a dipingere a pennello tele di varie dimensioni, da 5 metri per 5 a 50 cm per 50.
In Arabia è vietato fare raffigurazioni di corpi umani, per quelli di animali ci vogliono speciali autorizzazioni, per cui avevamo dipinto con pennelli di ogni dimensione paesaggi, e paesaggi, e paesaggi. E qualche pianta. E fiori, foglie, cose così.
Poi ci divertivamo a nascondere figure umane nelle decorazioni di modo che non fossero direttamente visibili, roba da rischiare la condanna a morte se l'avessero saputo.
Finite tutte quelle decorazioni andammo dal committente, una società dell'Arabia Saudita con sede a Parigi e ufficio a Milano, che ci disse "Spedite subito, e appena arriva vi paghiamo".
Noi che non eravamo geni ma nemmeno fessi, si rispose con un costrutto lessicale che potrei riassumere con "Pagare moneta, vedere cammello".
Ad assegno incassato chiamai il corriere per spedire la cassa con le tele che avevamo fatto.
Ho ancora la ricevuta della spedizione, indirizzata a Bin Laden Construction.
Si, quel Bin Laden. O almeno la famiglia...
Tutto questo per dire che: era un periodo che risucivo a dipingere solo panorami disabitati.
Ma qui dovevo fare delle lettere, cazzo!
Me ne stavo davanti al muro, birra e cannetta, cannetta e birra, a pensare cosa fare.
Forse troppe birre. O forse altro.
Feci un paesaggio. Fatto da cani, forse per le troppe birre, o forse.
Avevo dietro una manciata di svuotini di vecchie Dupli con colori improbabili avanzati dalla murata del 1990, oltre a altre 3 Sparvar con quell'odore che mi faceva sgollare.
Feci il paesaggio a cazzo di cane, con i colori sbagliati, tipo che dovevo fare le montagne scure che sfumavano a chiaro verso l'alto, non viceversa, con quella cosa biancastra sopra, che più che seconda fila di montagne in sfondo sembra che un enorme piccione abbia cagato sopra alla prima fila.
L'idea era di fare un campo di Maria sul lato, ma mi stufai alla prima, stitica piantina.
Ma fidatevi, quel giorno diverse piante di quella specie furono sacrificate in roghi purificatori.
In basso feci un S13 giallo e rosso Sparvar tutto marshmallow molliccione (sarà stata la fame chimica), e tracciai il VANDALO solo contorno nero, come se il paesaggio fosse il riempimento delle lettere.
Lettering ispirato a quello dei poster anni 60, dei concerti di Jefferson Airplane, Grateful Dead, Hendrix, MC5, quelle cose lì. L'anima di Rick Griffin mi perdoni la bestemmia.
La serata si concluse con qualcosa al Leoncavallo, non ricordo più niente.
Qualche tempo dopo mi ricordai che dovevo fotografarlo per l'archivio, insieme agli altri pezzi della murata.
Tornai nella via e... il muro non c'era più. Abbattuto, per sistemare il parcheggio del supermercato che stava dietro.
Per fortuna Salbador della Zona Est Posse fece la foto, la diede a Morbo, che la diede al Dose, e la condivise una sera che si ritrovò con Kid, Moe e Fazza.
In tutti questi passaggi qualcuno aveva uno scanner, e mi girarono, qualche giorno fa, l'immagine che vedete ora.
Io non ce l'avevo, e ricordavo una murata più bella.
Ora capisco Teatro che mi guardava come dire "ma che cazzo?!?".
Nella nebbia della ganjia e della memoria pareva tutto più bello.
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