Noce sul Circo Massimo, MI 1995

 

Non tutti sanno che a Milano c'è il Circo Massimo.
O almeno c'era, quando si chiamava Mediolanum, la Milano romana.
Rispetto al Circo Massimo di Roma, che avrete visto ai concerti di Venditti, agli scudetti della Roma (qui potrei usare il singolare), ai cortei vari o ai concerti di centinaia di migliaia di persone, che è tutto libero e visibile, quello milanese era un centinaio di metri più corto e largo circa la metà.
Diversamente da quello romano, che è tuttora libero e visibile nel suo tracciato e con diversi resti, quello milanese è stato inglobato da tutti gli edifici cresciuti nei secoli seguenti, molto spesso utilizzando i resti dei muri come parti di edifici e di fondazioni.
Quello di Milano, relaizzato tra fine 200 d.C. e primi del 400 d.C. quando Milano era capitale dell'Impero Romano d'Occidente, iniziava a Porta Vigentina, circa dalle parti di Corso Magenta, e finiva in Via Circo, strada che mantiene ancora l'andamento della curva di testa del Circo Massimo.
Quello che vedete in foto è parte delle mura di quella curva, di cui è rimasto molto di visibile, perché in questo punto il muro del circo era anche parte delle mura della città, qui spesso un paio di metri.
Su uno degli edifici adiacenti alle rovine, in Via Circo 9, un giorno del 1995, Noce si è arrampicato sui resti di muro coperti dalle edere, per l'asciare uno dei suoi softie classici, quelli prima maniera, con le prime tre lettere NOC maiuscole e la "e" corsiva.
Non contento, dopo il softie nel primo ripiano, è salito ancora per mettere la tag e l'anno in un punto più alto.
Non sono sempre visibili, d'estate, quando l'edera cresce e mette le foglie scompare sotto il verde, per ricomparire in autunno.
Quota molto più bassa di quelle a cui ci ha abituato, ma dall'alto di millenni di storia!

(foto@HellLomax)





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