Honey MC6 puppets, Sesto S.G. 1997


Nell'album di fotografie dedicata ai puppet masters non potevo non mettere Honey.
Già l'ho scritto in un altro post, avevamo una crew insieme, MC6, ma per la maggior parte della sua carriera di writer è stato più o meno un solitario.
La murata in foto, alla sua Hall di Sesto, è stata l'ultima murata che ha realizzato lì. Ne fece una successiva, ma il condominio proprietario dei muri decise di ristrutturare tutto, passando una mano d'intonaco nuovo su un po' di anni di storia del writing sestese.
Sulla destra la scritta verticale HON con cui abbreviava ogni tanto il suo nome, oltre a una parziale collezione del suo immaginario iconografico: supereroine tettute, pistoleri messicani, bozze di puppets disegnati su papiri.
Quello con il cappellino da sciatore degli anni 70 tipo Ingemar Stenmark dovrebbe essere il suo autoritratto, mentre immagina le cose sbozzettando sul blackbook a lume di candela, con una matita in una mano e una cosa, suppongo sativa, nell'altra.
Da notare anche le fiamme da hotrod che escono dalle lettere (oltretutto lettere in stile type design, con aste verticali, oblique, grazie e decorazioni varie before it was cool on a wall), che vanno a integrare i riferimenti di pop kulture del suo immaginario all'epoca.

Di seguito vi aggiungo anche foto della sua moto, un Guzzi 1000 customizzato da solo, davanti al muro.
Me la ricordo quella moto. Eravamo in Sardegna, in autostrada in direzione di Cagliari. Lui era in bermuda per pigliare il freschino sui "gioielli".
Gli entrò una vespa nei pantaloni mentre era a 140.
Mantenne un invidiabile sangue freddo e fermò la moto con la dovuta attenzione.
La sera sedette un po' scomodo, però.

(foto: Honey)
 

Commenti

  1. Anonimo4:00 PM

    Io ero bambino quando da casa mia vedevo fare queste hall, ora ho 30 anni ed è un colpo rivedere quei colori così vivi che hanno accompagnato la mia infanzia, sotto ai quali mi facevo fotografare da mia mamma con una reflex analogica di quei tempi, ora di quel muro è rimasto ben poco, come anche di tante altre cose care che si perdono in questa città. Grazie per questa foto.

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